Con una recente sentenza, n. 6476 del 09.3.2021, la Corte di Cassazione conferma il proprio orientamento in tema di sede fiscale in Italia di società aventi sede legale all'estero.
La Suprema Corte, infatti, ribadisce che, al fine di stabilire se il reddito prodotto da una società possa essere sottoposto a imposizione in Italia, assume rilevanza decisiva il fatto che l'adozione delle decisioni riguardanti la direzione e la gestione dell'attività avvenga in Italia, anche qualora la sede sociale sia stabilita all'estero.
In buona sostanza, al fine di determinare la residenza fiscale, puntualizza la Corte, occorre fare riferimento al Paese nel quale ha sede l'amministrazione della società, intendendosi per tale il luogo dove hanno concreto svolgimento le attività amministrative e di direzione, vale a dire il luogo stabilmente utilizzato per il compimento degli affari e dell'impulso dell'attività, anche qualora in detto Paese fossero presenti pochi o marginali clienti.